MA IL CAFFÈ VERDE FA DIMAGRIRE? - Studio di Nutrizione e Salute | Dott.ssa Chiara Fantera - Biologa Nutrizionista

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MA IL CAFFÈ VERDE FA DIMAGRIRE?

Diventato ormai di moda, il caffè verde crudo, che non ha subìto alcun processo di torrefazione, si distingue da quello classico per: aspetto, aroma, sapore e caratteristiche nutrizionali. L'unica proprietà comune tra il caffè tostato e quello verde crudo è la presenza di caffeina, una molecola frequentemente utilizzata in ambito dimagrante per le sue interazioni con il tessuto adiposo. La caffeina, nervino stimolante appartenente alla famiglia delle metilxantine (1,3,7-trimetilxantina), possiede un effetto positivo sia diretto che indiretto sullo smaltimento del tessuto adiposo umano; quello diretto consiste nella capacità di promuovere la liberazione degli acidi grassi dal deposito al circolo sanguigno, mentre quello indiretto si manifesta con lo stimolo secretorio di catecolamine (adrenalina, noradrenalina) le quali, a loro volta, intervengono sul tessuto adiposo facilitando la lipolisi ed iper-attivando alcuni meccanismi fisiologici o distretti specifici (aumento pulsazioni cardiache, aumento flusso coronarico, maggior reclutamento muscolare nello sport, maggiore stimolazione nervosa ecc). Ovviamente, pur vantando caratteristiche simili, per essere efficace, la caffeina DEVE essere assunta in presenza di altri due fattori essenziali:
1) regime calorico moderato;
2) consumo energetico elevato.
Se ne evince che la caffeina ENFATIZZA gli effetti dimagranti della dieta e dell'attività fisico/motoria ma SENZA CONFERIRE ALCUN DIMAGRIMENTO APPREZZABILE INDIPENDENTE.

E DAL PUNTO DI VISTA NUTRIZIONALE?
A dir il vero, il caffè verde crudo contiene MENO caffeina (ed in forma legata all'acido clorogenico, originando il clorogenato) rispetto al caffè tostato. La forma chimica e complessa della caffeina contenuta nel caffè verde crudo ne riduce i tempi di assorbimento, dilazionandone la concentrazione ematica in maniera progressiva; ciò significa che, contrariamente al caffè torrefatto - il cui contenuto in caffeina dopo l'ingestione viene assorbito entro 30-40' minuti, al seguito dei quali comincia la relativa metabolizzazione epatica e lo smaltimento renale - il caffè verde crudo consente un ingresso in circolo più moderato della caffeina MA anche una maggior emivita della stessa.
Pare che, in virtù di quest'ultima caratteristica, il caffè verde crudo risulti più indicato nella dieta dei soggetti iper-sensibili alla caffeina che, se introdotta con la bevanda tradizionale, spesso determina effetti collaterali tipo: iper-attivazione nervosa, tachicardia, diuresi, diarrea, insonnia, ecc.
Oltre ad essere una fonte di caffeina a lento assorbimento, il caffè verde crudo possiede numerose proprietà degne di nota alle quali, tuttavia, deve essere attribuito il giusto "spessore" nutrizionale.
Di certo, il maggior vantaggio del caffè verde crudo rispetto a quello torrefatto è il pH; mentre la bevanda tradizionale è fortemente acida (3-3,5), quella ottenuta dai semi non lavorati (avendo un pH medio pari a 5) risulta decisamente più vicina al neutro e vanta un impatto differente (meno lesivo) sulla mucosa gastrica e sul potenziale di carico acido renale.
Il caffè verde crudo è considerato anche un fitocomplesso, poiché la composizione e l'associazione dei suoi vari elementi risulta metabolicamente più efficace rispetto all'assunzione delle singole molecole. Tra queste ricordiamo i seguenti antiossidanti: polifenoli (prevalenza di acido tannico), acido ferulico, acido cloro genico, alcuni minerali e vitamine idrosolubili (gruppo B).
Dott.ssa Chiara Fantera - Biologa Nutrizionista
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